Il progetto di Umberto Cavenago coinvolge un ampio spazio espositivo del CeSAC di Caraglio. Questo lungo corridoio, lasciato in una morbida semioscurità, è scandito dal ritmico alternarsi di pareti vuote. L'artista, prendendo come riferimento un piccolo palco che chiude prospetticamente l'ala del museo, taglia la sala con un elemento fisico, ed allo stesso tempo immateriale: una sottile linea laser fende così lo spazio, scandendo e rimodulando gli equilibri dell'ambiente stesso. Il vuoto è dilatato, amplificato e allo stesso tempo riempito da questo lieve e deciso segno.
Alessandro Castiglioni, 2010
Il progetto di Umberto Cavenago coinvolge un ampio spazio espositivo del CeSAC di Caraglio. Questo lungo corridoio, lasciato in una morbida semioscurità, è scandito dal ritmico alternarsi di pareti vuote. L'artista, prendendo come riferimento un piccolo palco che chiude prospetticamente l'ala del museo, taglia la sala con un elemento fisico, ed allo stesso tempo immateriale: una sottile linea laser fende così lo spazio, scandendo e rimodulando gli equilibri dell'ambiente stesso. Il vuoto è dilatato, amplificato e allo stesso tempo riempito da questo lieve e deciso segno.
Alessandro Castiglioni, 2010
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