A sostegno dell'Arte, 1992

Galvanized sheet and aluminium
n. 50 elements 75 × 75 × 10 cm each

A floor that moves

A sostegno dell’Arte is the title of the work composed of 50 steel elements, moving parallelograms like large tiles lying on the ground covering the entire floor. A mobile system that reorganizes and repaves the exhibition space, with an east-west orientation.

Fare spazio

È una sorta di pavimentazione intermedia tra il calpestio fisico della galleria d’arte e il luogo mentale dell’Arte: un sistema che media tra l’uomo e il mondo, tra l’essere e il divenire, A sostegno dell’Arte, 1992 supporta le capacità di aggirare gli ostacoli. L’artefatto orizzontale composto da parallelogrammi in acciaio galvanizzato dotati di 4 ruote alle estremità, sono moduli che compongono un pavimento costruito ad hoc per la galleria, un pavimento che non sostiene ma che sfugge sotto ai piedi di chi lo calpesta. La direzione del suo movimento suggerisce lo scorrere del tempo descritto dal movimento terrestre intorno al sole. La direzione traslata, est-ovest, rispetto all’ortogonalità architettonica dello spazio espositivo inserito nel tessuto urbano di Torino, definisce la volontà dell’autore di cercare “uno spazio altro”, per il fare e per trovare un nuovo spazio. 

G.C., Torino 1992

Photo © Studio Blu

A sostegno dell'Arte, 1992

Galvanized sheet and aluminium
n. 50 elements 75 × 75 × 10 cm each

A floor that moves

A sostegno dell’Arte is the title of the work composed of 50 steel elements, moving parallelograms like large tiles lying on the ground covering the entire floor. A mobile system that reorganizes and repaves the exhibition space, with an east-west orientation.

Fare spazio

È una sorta di pavimentazione intermedia tra il calpestio fisico della galleria d’arte e il luogo mentale dell’Arte: un sistema che media tra l’uomo e il mondo, tra l’essere e il divenire, A sostegno dell’Arte, 1992 supporta le capacità di aggirare gli ostacoli. L’artefatto orizzontale composto da parallelogrammi in acciaio galvanizzato dotati di 4 ruote alle estremità, sono moduli che compongono un pavimento costruito ad hoc per la galleria, un pavimento che non sostiene ma che sfugge sotto ai piedi di chi lo calpesta. La direzione del suo movimento suggerisce lo scorrere del tempo descritto dal movimento terrestre intorno al sole. La direzione traslata, est-ovest, rispetto all’ortogonalità architettonica dello spazio espositivo inserito nel tessuto urbano di Torino, definisce la volontà dell’autore di cercare “uno spazio altro”, per il fare e per trovare un nuovo spazio. 

G.C., Torino 1992

Photo © Studio Blu

Blancpain Gallery - Stepczynski, Ginevra, 1992

7 elements
Courtesy Galleria Lara e Rino Costa