Souvenir di montagna, 2023

Acciaio CorTen e pietra
260 × 260 × 260 cm (elemento in acciaio)

Molino Nuovo, Lugano

L'installazione nel suo insieme

Souvenir di montagna è una dispersione di diversi elementi nello spazio verde in prossimità della scuola dell’infanzia. Alcuni di questi sono "trovanti", rocce di diverse forme provenienti da scavi realizzati in anni passati sul territorio ticinese.
Tra questi blocchi trovati, solo uno è invece progettato e costruito in acciaio CorTen. Lo spostamento dei veri blocchi di roccia permette di creare un ambiente che ricorda quello naturale, nel quale è possibile articolare un confronto tra un masso trovato e un masso progettato. In questo senso nell’installazione è rappresentato un archetipo di un masso erratico proveniente dalla montagna; essendo un poliedro-scultura apparentemente pronto a rotolare, suggerisce l'idea di movimento in uno stato potenziale. A differenza della roccia, è privo di massa, dunque accessibile al suo interno. L'elemento in CorTen di Souvenir di montagna diventa quindi sia rifugio sia gioco, pronto a essere esplorato entrando attraverso una delle facce mancanti del poliedro. Dall’interno è possibile avere uno sguardo verso l’esterno attraverso delle feritoie dall’aspetto militaresco come se fosse parte del composito apparato difensivo del Ticino con osservatori in caverne scavate nella roccia, con le mimetiche postazioni di tiro per i pezzi d’artiglieria poste a dominare dall’alto le vie d’accesso alla Confederazione Svizzera. L’assonanza con l’architettura militare fa sì che l'installazione faccia propria la natura battagliera, esorcizzata però dalla sua collocazione in un contesto di gioco.

Cambio di prospettiva

In un tempo astratto tra i 10 mila e i 500 milioni di anni, la montagna si frammenta errando in spazi che non le sono propri. La dispersione di terreno erratico sotto forma di enormi blocchi di roccia posti in cima a colline o isolati in mezzo a pianure alluvionali ha fatto nascere credenze popolari e teorie tra le più fantasiose per giustificarne la presenza. Solo nella prima metà dell’800 si identifica nei ghiacciai e nel loro ritiro la vera causa del movimento. Una conoscenza che ci porta a un cambio di prospettiva: è come se per prima, la montagna si fosse avvicinata all’uomo e non viceversa.

La montagna è immobile?

Souvenir di montagna tende ad allargare il campo d'azione dell’arte. Tiene in considerazione la temporalità, la natura, il paesaggio e il potenziale movimento. In geologia un “erratico” è qualsiasi materiale che non è nativo del locale contesto, ma movimentato da fenomeni naturali. I massi erratici sono frammenti di roccia trasportati dai ghiacciai, spesso su distanze di centinaia di chilometri. L’aspetto di un masso erratico è sempre diverso. È un grande blocco di roccia che si trova dove non dovrebbe; lungo tutto l’arco alpino e lungo la dorsale appenninica sono presenti in gran numero. La forma è disegnata dalle accidentalità del loro errare. I piani irregolari concavi e convessi definiscono una forma dell’insieme che suggerisce il movimento.
La montagna è immobile? La montagna appare inamovibile, ma se la si osserva sulla scala dei tempi geologici, scandita da ere, periodi ed epoche, il suo è uno stato solo provvisorio. L'habitat terrestre è in costante movimento, ma il divario tra la scala temporale umana e quella geologica lo rende impercettibile. L’aspettativa di vita dell’uomo, cadenzata da decenni o secoli, è poca cosa rispetto ai sommovimenti della crosta terrestre che avvengono sulla scala temporale geologica: quindi, solo se giudicata con criteri umani, la montagna appare immobile e definitiva.

Il contesto elvetico

Con la sua forma e il suo significato, Souvenir di montagna risponde a un preciso contesto paesaggistico, ovvero quello della Svizzera montuosa. La maggior parte del territorio elvetico è occupato da montagne: il massiccio del Giura si estende per il 10%, mentre le Alpi occupano ben il 60% del paese. Data la centralità della montagna, la Svizzera è una sorta di laboratorio geologico. Non a caso infatti, dall’osservazione delle vette e dei ghiacciai svizzeri, è nata la scienza della Geologia.
Nel contesto elvetico tutto si relaziona alla roccia. Ovunque si guardi svettano montagne elevate e le numerose valli sono il frutto dell’erosione e della sedimentazione della pietra. Con la roccia e la montagna si vive anche in modo viscerale: perforata e rimodellata nasconde moltissimi bunker e le più diverse opere militari a difesa delle zone strategiche, oppure sfruttata in ambito civile come parete architettonica per ripari, stalle, case e rifugi.
Souvenir di montagna si relaziona in modo significativo e coerente con il paesaggio di montagna, che diventa punto di partenza principale per la ricerca teorica e la realizzazione formale della scultura. Oltre ai numerosi strati di senso di cui l'opera si riveste, l'installazione di Molino Nuovo diventa anche un piccolo omaggio umano all’imponente storia geologica delle montagne elvetiche.

Anna Del Torchio, 2023

Un archetipo

Souvenir di montagna non vuole rappresentare una roccia secondo le sue reali fattezze: la sua costruzione si affida a un processo razionale e casuale nello stesso tempo. Ipotizzare un percorso progettuale per la costruzione di un “archetipo” di masso erratico, attraverso una razionalizzazione geometrica della forma naturale, ci porta a considerare come punto di partenza l’esaedro regolare. A questo punto, con un procedimento definito in otto passi: la troncatura casuale degli angoli del cubo, si potrà evocare una morfologia più naturale. Un poliedro irregolare dagli angoli smussati, suggerisce l'idea di movimento in uno stato potenziale, come un masso pronto a rotolare.

La faccia mancante del poliedro consente l'esplorazione del suo interno

L'assenza di uno dei 14 lati di questa costruzione consente l’accesso al suo interno. “Souvenir di montagna” evoca suggestioni legate alla storia di difesa dei territori, come i bunker difensivi presenti nel paesaggio svizzero, che con le loro feritoie per controllare il territorio esterno, sono testimoni di un passato storico di vigilanza e protezione. Infatti, la Svizzera, con la sua politica di neutralità e la sua capacità di rimanere al di fuori dei conflitti mondiali, rappresenta un esempio significativo di resilienza e di preservazione. L'ingresso all'interno di "Souvenir di montagna" richiama questa sensazione di protezione e di sicurezza, offrendo un piccolo rifugio temporaneo, evocando un senso di stabilità in un mondo in continuo cambiamento. Questa associazione storica aggiunge una nuova dimensione all'esperienza progettuale, invitando a riflettere non solo sulla natura della sua forma, ma anche sulle implicazioni storiche e culturali che possono emergere dall'atto di entrare al suo interno.

Il parco giochi

La collocazione di "Souvenir di montagna" nel parco giochi di Molino Nuovo solleva questioni interessanti e complesse riguardo al ruolo del gioco, dell'arte e della cultura nella formazione dei bambini. Da un lato, questa scelta potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo al suo aspetto con connotazioni guerresche, specialmente in un contesto destinato ai bambini. Tuttavia, è importante considerare che giocare alla guerra è una pratica comune nell'infanzia di molte culture. È un modo per i bambini di esplorare dinamiche sociali, di affrontare paure e di sviluppare capacità cognitive e motorie, esorcizzando la vera violenza e la guerra.

'Erratico' diventa 'Souvenir di montagna'

L'opera 'Erratico' di Cavenago, situata nel parco giochi di Molino Nuovo, è una riflessione profonda sul rapporto tra l'artificiale e il naturale, tra l'infanzia e la cultura storica. Quest'opera, che permette l'accesso al suo interno, offre un'esperienza immersiva che richiama le caverne e le spelonche naturali, spazi primordiali di rifugio e protezione. Tuttavia, Cavenago va oltre la semplice rappresentazione: egli sfida la convenzione, consentendo ai visitatori di esplorare fisicamente l'interno di un solido, rompendo la barriera tra spettatore e opera.

In 'Erratico', l'artista si confronta con la tradizione culturale svizzera, richiamando lo sport ancestrale del lancio della pietra di Urspunnen, una pratica che celebra la forza e il legame con la terra. Questa connessione storica trova eco nella battaglia dei sassi grossi a Giornico, dove le pietre furono armi di difesa del territorio. I bunker difensivi svizzeri, con le loro feritoie per il controllo del territorio, mimetizzati tra le rocce, rappresentano un ulteriore dialogo tra artificiale e naturale. Questi elementi di difesa, camuffati come pietre, diventano simboli di resistenza e protezione, evocando la capacità della Svizzera di mantenere la propria neutralità e sicurezza attraverso i conflitti mondiali.

Cavenago, ispirato da un'eredità artistica che va da Alberto Giacometti ad Albrecht Dürer, trasforma forme geometriche pure in rappresentazioni complesse e irregolari. 'Kubus' di Giacometti, conservato al Kunsthaus di Zurigo, esplora la tensione tra la geometria e il ritratto, mentre il poliedro irregolare di Dürer in 'Melencolia I' simboleggia l'enigma e la profondità della condizione umana. Allo stesso modo, Cavenago parte da un esaedro regolare, un solido platonico, e attraverso un processo di troncatura in otto fasi, introduce l'irregolarità e la casualità che caratterizzano le forme naturali. Il risultato è un tetracaidecaedro, o cubo troncato, che nel caso di Cavenago, diventa un richiamo all'imperfezione e alla bellezza della natura.

La collocazione di 'Erratico' in un parco giochi solleva ulteriori riflessioni. In un contesto destinato all'infanzia, l'opera invita a considerare il gioco come una pratica universale di esplorazione e comprensione del mondo. Giocare alla guerra, simulare dinamiche di difesa e attacco, è un modo per i bambini di esorcizzare la vera violenza e di sviluppare capacità cognitive e sociali. Le feritoie dell'opera, che permettono di vedere l'esterno, richiamano i bunker, offrendo una prospettiva di protezione e vigilanza.

L'integrazione dell'elemento ludico con riferimenti storici e culturali fa di 'Erratico' un'opera complessa, stratificata. L'artista suggerisce che, anche in un mondo in continuo cambiamento, esistono spazi di rifugio e di sicurezza. L'uso di forme irregolari e di superfici troncate non è solo un omaggio alla casualità della natura, ma anche una critica alla perfezione formale, invitando gli spettatori a trovare bellezza e significato nelle imperfezioni e nella diversità. Attraverso l'esperienza sensoriale di entrare nell'opera, con luci e ombre che danzano attraverso le feritoie, Cavenago crea un microcosmo di riflessione e contemplazione, un 'souvenir di montagna' che ci connette con le radici più profonde della nostra esistenza e cultura.

Souvenir di montagna, 2023

Acciaio CorTen e pietra
260 × 260 × 260 cm (elemento in acciaio)

Molino Nuovo, Lugano

L'installazione nel suo insieme

Souvenir di montagna è una dispersione di diversi elementi nello spazio verde in prossimità della scuola dell’infanzia. Alcuni di questi sono "trovanti", rocce di diverse forme provenienti da scavi realizzati in anni passati sul territorio ticinese.
Tra questi blocchi trovati, solo uno è invece progettato e costruito in acciaio CorTen. Lo spostamento dei veri blocchi di roccia permette di creare un ambiente che ricorda quello naturale, nel quale è possibile articolare un confronto tra un masso trovato e un masso progettato. In questo senso nell’installazione è rappresentato un archetipo di un masso erratico proveniente dalla montagna; essendo un poliedro-scultura apparentemente pronto a rotolare, suggerisce l'idea di movimento in uno stato potenziale. A differenza della roccia, è privo di massa, dunque accessibile al suo interno. L'elemento in CorTen di Souvenir di montagna diventa quindi sia rifugio sia gioco, pronto a essere esplorato entrando attraverso una delle facce mancanti del poliedro. Dall’interno è possibile avere uno sguardo verso l’esterno attraverso delle feritoie dall’aspetto militaresco come se fosse parte del composito apparato difensivo del Ticino con osservatori in caverne scavate nella roccia, con le mimetiche postazioni di tiro per i pezzi d’artiglieria poste a dominare dall’alto le vie d’accesso alla Confederazione Svizzera. L’assonanza con l’architettura militare fa sì che l'installazione faccia propria la natura battagliera, esorcizzata però dalla sua collocazione in un contesto di gioco.

Cambio di prospettiva

In un tempo astratto tra i 10 mila e i 500 milioni di anni, la montagna si frammenta errando in spazi che non le sono propri. La dispersione di terreno erratico sotto forma di enormi blocchi di roccia posti in cima a colline o isolati in mezzo a pianure alluvionali ha fatto nascere credenze popolari e teorie tra le più fantasiose per giustificarne la presenza. Solo nella prima metà dell’800 si identifica nei ghiacciai e nel loro ritiro la vera causa del movimento. Una conoscenza che ci porta a un cambio di prospettiva: è come se per prima, la montagna si fosse avvicinata all’uomo e non viceversa.

La montagna è immobile?

Souvenir di montagna tende ad allargare il campo d'azione dell’arte. Tiene in considerazione la temporalità, la natura, il paesaggio e il potenziale movimento. In geologia un “erratico” è qualsiasi materiale che non è nativo del locale contesto, ma movimentato da fenomeni naturali. I massi erratici sono frammenti di roccia trasportati dai ghiacciai, spesso su distanze di centinaia di chilometri. L’aspetto di un masso erratico è sempre diverso. È un grande blocco di roccia che si trova dove non dovrebbe; lungo tutto l’arco alpino e lungo la dorsale appenninica sono presenti in gran numero. La forma è disegnata dalle accidentalità del loro errare. I piani irregolari concavi e convessi definiscono una forma dell’insieme che suggerisce il movimento.
La montagna è immobile? La montagna appare inamovibile, ma se la si osserva sulla scala dei tempi geologici, scandita da ere, periodi ed epoche, il suo è uno stato solo provvisorio. L'habitat terrestre è in costante movimento, ma il divario tra la scala temporale umana e quella geologica lo rende impercettibile. L’aspettativa di vita dell’uomo, cadenzata da decenni o secoli, è poca cosa rispetto ai sommovimenti della crosta terrestre che avvengono sulla scala temporale geologica: quindi, solo se giudicata con criteri umani, la montagna appare immobile e definitiva.

Il contesto elvetico

Con la sua forma e il suo significato, Souvenir di montagna risponde a un preciso contesto paesaggistico, ovvero quello della Svizzera montuosa. La maggior parte del territorio elvetico è occupato da montagne: il massiccio del Giura si estende per il 10%, mentre le Alpi occupano ben il 60% del paese. Data la centralità della montagna, la Svizzera è una sorta di laboratorio geologico. Non a caso infatti, dall’osservazione delle vette e dei ghiacciai svizzeri, è nata la scienza della Geologia.
Nel contesto elvetico tutto si relaziona alla roccia. Ovunque si guardi svettano montagne elevate e le numerose valli sono il frutto dell’erosione e della sedimentazione della pietra. Con la roccia e la montagna si vive anche in modo viscerale: perforata e rimodellata nasconde moltissimi bunker e le più diverse opere militari a difesa delle zone strategiche, oppure sfruttata in ambito civile come parete architettonica per ripari, stalle, case e rifugi.
Souvenir di montagna si relaziona in modo significativo e coerente con il paesaggio di montagna, che diventa punto di partenza principale per la ricerca teorica e la realizzazione formale della scultura. Oltre ai numerosi strati di senso di cui l'opera si riveste, l'installazione di Molino Nuovo diventa anche un piccolo omaggio umano all’imponente storia geologica delle montagne elvetiche.

Anna Del Torchio, 2023

Un archetipo

Souvenir di montagna non vuole rappresentare una roccia secondo le sue reali fattezze: la sua costruzione si affida a un processo razionale e casuale nello stesso tempo. Ipotizzare un percorso progettuale per la costruzione di un “archetipo” di masso erratico, attraverso una razionalizzazione geometrica della forma naturale, ci porta a considerare come punto di partenza l’esaedro regolare. A questo punto, con un procedimento definito in otto passi: la troncatura casuale degli angoli del cubo, si potrà evocare una morfologia più naturale. Un poliedro irregolare dagli angoli smussati, suggerisce l'idea di movimento in uno stato potenziale, come un masso pronto a rotolare.

La faccia mancante del poliedro consente l'esplorazione del suo interno

L'assenza di uno dei 14 lati di questa costruzione consente l’accesso al suo interno. “Souvenir di montagna” evoca suggestioni legate alla storia di difesa dei territori, come i bunker difensivi presenti nel paesaggio svizzero, che con le loro feritoie per controllare il territorio esterno, sono testimoni di un passato storico di vigilanza e protezione. Infatti, la Svizzera, con la sua politica di neutralità e la sua capacità di rimanere al di fuori dei conflitti mondiali, rappresenta un esempio significativo di resilienza e di preservazione. L'ingresso all'interno di "Souvenir di montagna" richiama questa sensazione di protezione e di sicurezza, offrendo un piccolo rifugio temporaneo, evocando un senso di stabilità in un mondo in continuo cambiamento. Questa associazione storica aggiunge una nuova dimensione all'esperienza progettuale, invitando a riflettere non solo sulla natura della sua forma, ma anche sulle implicazioni storiche e culturali che possono emergere dall'atto di entrare al suo interno.

Il parco giochi

La collocazione di "Souvenir di montagna" nel parco giochi di Molino Nuovo solleva questioni interessanti e complesse riguardo al ruolo del gioco, dell'arte e della cultura nella formazione dei bambini. Da un lato, questa scelta potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo al suo aspetto con connotazioni guerresche, specialmente in un contesto destinato ai bambini. Tuttavia, è importante considerare che giocare alla guerra è una pratica comune nell'infanzia di molte culture. È un modo per i bambini di esplorare dinamiche sociali, di affrontare paure e di sviluppare capacità cognitive e motorie, esorcizzando la vera violenza e la guerra.

'Erratico' diventa 'Souvenir di montagna'

L'opera 'Erratico' di Cavenago, situata nel parco giochi di Molino Nuovo, è una riflessione profonda sul rapporto tra l'artificiale e il naturale, tra l'infanzia e la cultura storica. Quest'opera, che permette l'accesso al suo interno, offre un'esperienza immersiva che richiama le caverne e le spelonche naturali, spazi primordiali di rifugio e protezione. Tuttavia, Cavenago va oltre la semplice rappresentazione: egli sfida la convenzione, consentendo ai visitatori di esplorare fisicamente l'interno di un solido, rompendo la barriera tra spettatore e opera.

In 'Erratico', l'artista si confronta con la tradizione culturale svizzera, richiamando lo sport ancestrale del lancio della pietra di Urspunnen, una pratica che celebra la forza e il legame con la terra. Questa connessione storica trova eco nella battaglia dei sassi grossi a Giornico, dove le pietre furono armi di difesa del territorio. I bunker difensivi svizzeri, con le loro feritoie per il controllo del territorio, mimetizzati tra le rocce, rappresentano un ulteriore dialogo tra artificiale e naturale. Questi elementi di difesa, camuffati come pietre, diventano simboli di resistenza e protezione, evocando la capacità della Svizzera di mantenere la propria neutralità e sicurezza attraverso i conflitti mondiali.

Cavenago, ispirato da un'eredità artistica che va da Alberto Giacometti ad Albrecht Dürer, trasforma forme geometriche pure in rappresentazioni complesse e irregolari. 'Kubus' di Giacometti, conservato al Kunsthaus di Zurigo, esplora la tensione tra la geometria e il ritratto, mentre il poliedro irregolare di Dürer in 'Melencolia I' simboleggia l'enigma e la profondità della condizione umana. Allo stesso modo, Cavenago parte da un esaedro regolare, un solido platonico, e attraverso un processo di troncatura in otto fasi, introduce l'irregolarità e la casualità che caratterizzano le forme naturali. Il risultato è un tetracaidecaedro, o cubo troncato, che nel caso di Cavenago, diventa un richiamo all'imperfezione e alla bellezza della natura.

La collocazione di 'Erratico' in un parco giochi solleva ulteriori riflessioni. In un contesto destinato all'infanzia, l'opera invita a considerare il gioco come una pratica universale di esplorazione e comprensione del mondo. Giocare alla guerra, simulare dinamiche di difesa e attacco, è un modo per i bambini di esorcizzare la vera violenza e di sviluppare capacità cognitive e sociali. Le feritoie dell'opera, che permettono di vedere l'esterno, richiamano i bunker, offrendo una prospettiva di protezione e vigilanza.

L'integrazione dell'elemento ludico con riferimenti storici e culturali fa di 'Erratico' un'opera complessa, stratificata. L'artista suggerisce che, anche in un mondo in continuo cambiamento, esistono spazi di rifugio e di sicurezza. L'uso di forme irregolari e di superfici troncate non è solo un omaggio alla casualità della natura, ma anche una critica alla perfezione formale, invitando gli spettatori a trovare bellezza e significato nelle imperfezioni e nella diversità. Attraverso l'esperienza sensoriale di entrare nell'opera, con luci e ombre che danzano attraverso le feritoie, Cavenago crea un microcosmo di riflessione e contemplazione, un 'souvenir di montagna' che ci connette con le radici più profonde della nostra esistenza e cultura.

L'interno dell'opera con le feritoie

Photo © Nadia Ponci
Photo © Suzanne Schmollgruber

Uno dei trovanti che circondano la costruzione in acciaio

Federica Alamia durante il trattamento dell'acciaio CorTen

Photo © Nadia Ponci

Marco Malfanti posiziona un trovante nella sua nuova collocazione

Lo staff Rebuzzi, per la consueta foto di rito, all'interno dell'opera prima della consegna

Morgan, Andrea, Giorgio e Saule Rebuzzi

Giorgio Rebuzzi salda le lamiere interne