OM - CM
Gli inventori di questo logo, gli artisti Umberto Cavenago e Giancarlo Norese, dopo aver studiato la nostra storia in tutti i suoi aspetti , compiono un'operazione che definirei di detournement: depistaggio e decontestualizzazione su qualcosa che siamo abituati a vedere secondo una certa forma che ci è familiare, il marchio OM appunto. Si apre un altro orizzonte di senso che evoca il primo ma lo disloca altrove: "CM", ovvero CASAMATTA, avamposto fortificato con compiti di osservazione, difesa e progettazione.
CASAMATTA, parafrasando una frase di Debord del 1956, progetta situazioni fatte per essere vissute dai suoi costruttori, che sono i suzzaresi con la loro storia, ovvero niente di più lontano dal "pubblico" degli spettatori, a cui ogni reazione emotiva viene estorta dall'esterno e dall'estraneo. Il logo "CM", evocativo, fantasmale, dialettico, critico, "sovversivo" nel suo esproprio, ma anche immediato richiama quel carattere di "semplicità" che Dino Villani, da teorico della pubblicità invocava nella progettazione dei marchi e che mise in opera nell'invenzione del Premio Suzzara, nel lontano 1948 e che John Maeda nel libro "Le leggi della semplicità" del 2006, così definisce: "Semplicità significa sottrarre l'ovvio e aggiungere il significativo". la "O" sottratta attraverso una manomissione grafica, si trasforma in "C" senza mutare il carattere (tipografico) originario. Non ci troviamo di fronte ad un'immagine arcaica, regressiva, nostalgica, che si rifugia in un mitico passato ma ad un'immagine che è folgorazione del nuovo e produzione dell'originario: qui sta la sua originalità.
"Il che vuol dire situare l'immagine dialettica come luogo per eccellenza, in cui potrebbe essere pensato ciò che veramente ci riguarda in ciò che noi vediamo" (Didi-Huberman).
Marco Panizza, 2012
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